NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : IL DISTACCO TRA PARLAMENTO E PAESE REALE – di Pietro Guerini

RACCOMANDIAMO A TUTTI I NOSTRI LETTORI DI ADERIRE ALCOMITATO NO194, PER UN NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA LEGGE 194, CHE HA CONSENTITO (PER ORA) L’UCCISIONE DI OLTRE CINQUE MILIONI DI INNOCENTI. UNA SOCIETA’ CHE SI DEFINISCE CIVILE DEVE FERMARE QUESTA ORRIBILE STRAGE

PD

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di Pietro GueriniPortavoce nazionale no194

per leggere il precedente articolo di Pietro Guerini, clicca qui

Ho sottolineato più volte come il Parlamento , astenendosi dal modificare neppure in minima parte in oltre un trentennio la L. 194 , abbia dimostrato una particolare sensibilità verso gli interessi di comodo degli elettori , dal cui consenso i suoi componenti dipendono , e nessuna sensibilità verso gli interessi vitali dei concepiti , che elettori non sono .

Ed ho rilevato come attraverso tale omissiva condotta , il potere legislativo , timoroso di assumere iniziative a rischio di impopolarità , non abbia recepito e non recepisca l’orientamento di una parte consistente del paese reale , in contrasto con la rappresentatività popolare che esso ed i partiti politici , dei quali è diretta emanazione , dovrebbero esprimere .

Se il primo passaggio è oggettivo , il secondo può essere ritenuto forzato e , comunque , non condivisibile .

Taluno , anzi , sostiene come nel nostro paese si sia ormai radicata una mentalità diretta a considerare l’aborto volontario come un diritto acquisito , in quanto tale non più negoziabile o comprimibile .

pro lifeUn recente sondaggio ( possiamo parlare solo di sondaggi , visto che coloro che hanno fatto la storia del mondo “ pro life “ italiano si sono astenuti in questi trent’anni dal promuovere un altro referendum , il che sarebbe stato legalmente possibile già un quarto di secolo fa ) , pubblicato dal Gazzettino di Padova il 9 agosto 2011 , ha rivelato che quasi il 50% della popolazione veneta è favorevole , quanto meno , ad una radicale riforma della L. 194 .

A smentire chi vuole rappresentare questa legge come presidio di difesa dei diritti femminili contro la prepotenza maschilista che vorrebbe estendere la propria autorità al corpo delle donne , la maggioranza dei dissensi proviene proprio dal gentil sesso .

Molto interessante è la lettura dei dati per età e voto .

Sotto il primo profilo , non è certo sorprendente rilevare che per entrambi i generi la linea del consenso per la 194 s’impenna presso gli ultracinquantenni , non certo per necessità personale ma per la forte connotazione ideologica che essa riveste .

Non quindi diritto acquisito ed irrinunciabile al libero aborto , ma coerenza con i propri storici ideali o ( sia pur legittima ) inconscia nostalgia degli anni passati , in cui la venerazione di quegli ideali si accompagnava ad una vita senz’altro più divertente .

Se il muro di Berlino è caduto da tempo , non altrettanto tramontati sono i valori culturali che , ad esempio , si sono tradotti nel riconoscimento del diritto di abortire per la prima volta nel 1921 in Unione Sovietica , per poi estendersi ibridamente alle culture laiciste che dominano il nostro continente , con alcune felici quanto rare eccezioni , e , ancor più ibridamente , nel Nordamerica .

Quanto poi all’appartenenza elettorale , è interessante sottolineare che la contrarietà alla 194 viene espressa da oltre il 73 % degli elettori dell’UDC e da più del 62% di quelli di PDL e Lega .

I più favorevoli alla legge sono i seguaci del SEL ( Vendola ) e quelli del FLI , dato quest’ultimo che conforta il disegno di Fini e Bocchino , ispirati dal loro ideologo Benedetto Della Vedova , che ambiscono a raccogliere l’eredità cattolicofobica dell’accoppiata Pannella-Bonino , anche se con un consenso pari ad un decimo di quello ottenuto dal pur piccolo Partito Radicale ( classica formazione politica del 2% ) .

Orbene , se il leader ( né segretario né presidente , ma quando parla del partito usa il termine “ Io “ ) dell’UDC Pierferdinando Casini dichiara da anni che la 194 non va abrogata , né riformata , ma solo attuata pienamente , mediante il potenziamento dei consultori , e quasi i tre quarti del suo elettorato è di opinione opposta , vi è un problema di rappresentanza .

Analoghe considerazioni valgono per i due partiti dell’attuale maggioranza governativa .

Ecco che torniamo alla considerazione introduttiva del presente articolo , il conflitto tra interessi dei partiti ( ben restii ad intraprendere iniziative a rischio di impopolarità ) e presa di posizione di una consistente parte dei cittadini .

Circa l’impopolarità , è sotto gli occhi di tutti la progressiva laicizzazione che colpisce il politico cattolico una volta raggiunte le posizioni di potere grazie al voto degli elettori cattolici .

Appare davvero incredibile che ci sia ancora chi nel mondo antiabortista nazionale ( forse pure fiducioso nell’esistenza di Babbo Natale ) crede per davvero che la classe parlamentare possa adoperarsi dopo un trentennio di sistematiche omissioni anche solo per rettificare la 194 , senza la pressione di un’operazione proveniente dal basso , che possa mettere a rischio la compattezza della base delle forze che pescano voti presso l’elettorato cattolico .

Un’operazione peraltro che , per quanto ci riguarda e come da manifesto pubblicato sul nostro sito , esclude categoricamente qualsiasi astratta ipotesi di compromesso con il mondo politico-parlamentare finalizzato ad ottenere la desistenza dall’azione referendaria , dietro una modifica della legge in senso restrittivo .

Compromesso da rigettare in radice , essendo inaccettabile un accordo che possa avere come oggetto la vita del nostro prossimo .

Ecco perché dobbiamo combattere questa battaglia se crediamo realmente nel valore della vita , senza lasciarci condizionare da fragile rassegnazione , sterili tatticismi e fumosa quanto improvvisata sociologia .

Le posizioni sono solo due : o difesa del diritto di vita e di morte della madre o difesa del diritto alla nascita del concepito , da comprimere solo in via del tutto eccezionale ( come nell’eventualità di pericolo di vita della madre , casisticamente ricorrente nello 0,1% dei casi di interruzione volontaria di gravidanza , eventualità già tutelata dalla scriminante di cui all’art. 54 c.p. , rappresentata dallo stato di necessità ed applicata regolarmente prima dell’entrata in vigore della stessa L. 194 ) .

Ogni posizione intermedia è tanto anacronistica quanto frutto di un’assai poco apprezzabile tendenza a diplomaticamente salvaguardare gli interessi ( ribadisco , di comodo ) del più forte .


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