LA CATTOLICA “BAMBINA” RIFLETTE ANCORA SULLA CASTITA’ E SPOSTA IL TIRO SU UN TREMENDO PROBLEMA DEL NOSTRO TEMPO – di Carla D’Agostino Ungaretti

di Carla D’Agostino Ungaretti

 


Bisogna riconoscere che Benedetto XVI, dacché è diventato successore di Pietro, non ha avuto davvero una vita facile. Quando era ancora il Cardinale Ratzinger, sperava di potersi ritirare da pensionato nella sua Baviera per continuare gli amati studi teologici e invece lo Spirito Santo gli ha caricato sulle spalle uno dei più gravi pesi che possano toccare a un uomo, conducendolo per un sentiero impervio. Ma a differenza del protagonista del discusso film di Nanni Moretti Habemus Papam – il quale, eletto Papa, fugge dalle sue responsabilità, non essendogli neppure venuto in mente che la sua elezione è stata volontà di Dio e che in Lui egli avrebbe dovuto ciecamente confidare – Benedetto XVI, mite ma fermo, nei suoi sei anni di pontificato non ha avuto mai timore di dare al suo gregge indicazioni pastorali, certamente difficili ma non nuove, cui il “mondo” ha reagito grossolanamente irridendole e bollandole come antidiluviane e politicamente scorrette.malattia

Questo ha pensato Carla, la vostra amica cattolica “bambina”, pochi giorni fa mentre, riflettendo sui risultati della VI Conferenza Mondiale sull’AIDS tenutasi a Roma nel mese di luglio, doveva prendere tristemente atto che quel “mondo” è composto non solo di laicisti, ma anche di molti sedicenti cattolici che, reputandosi “adulti”, ritengono di poter respingere, senza pensarci due volte, l’insegnamento della Chiesa in una materia drammatica e complessa come quella della prevenzione di questo flagello.

Dall’identificazione dei primi casi nel 1981, sono morte di AIDS più di 25 milioni di persone e più di 40 milioni sono state contagiate dal virus HIV(1). La Conferenza ha riaffermato che l’arma principale della prevenzione sono i nuovi farmaci che, se assunti quando l’infezione è all’inizio, aiutano a ridurre drasticamente la quantità di virus in circolazione nell’organismo e, di conseguenza, la possibilità di contagio. Ma ecco la prima difficoltà. I farmaci in questione sono costosissimi e nel sud del mondo almeno 10 milioni di persone non hanno i mezzi per accedere alla prevenzione e alle cure, donde l’insistente propaganda occidentale all’uso del profilattico e donde la posizione contro corrente della Chiesa Cattolica che, viceversa, invita a una sessualità equilibrata e alla castità prematrimoniale.

Già nel febbraio del 1993 Giovanni Paolo II, parlando ai giovani ugandesi, aveva definito la castità l’unico modo sicuro e virtuoso per porre fine alla tragica piaga dell’AIDS(2), suscitando una valanga di commenti scandalizzati da parte dell’opinione pubblica mondiale. Due anni fa Benedetto XVI, mite ma fermo, conversando con i giornalisti durante il suo viaggio in Africa, affermava – con la consueta parresìa che molte volte i cattolici gli hanno riconosciuto – che in Africa quel flagello non si risolve diffondendo l’uso del profilattico presso le popolazioni locali – che, oltretutto, non concepiscono la contraccezione ed hanno un rapporto con la sessualità molto più spontaneo e naturalistico del nostro – ma impartendo alle giovani generazioni una sana educazione sociale e morale basata sul rispetto per la dignità del partner e prospettando alle giovani coppie concreti obiettivi di stabilità affettiva e di fedeltà coniugale, nel cui ambito rientra il concetto cattolico di “castità matrimoniale” che il “mondo” stenta tanto a capire. Donde la soluzione proposta dal Papa: in primo luogo, una umanizzazione della sessualità, cioè un rinnovo spirituale e umano che porti con sé un nuovo modo di comportarsi l’uno con l’altro; in secondo luogo, una vera amicizia anche e soprattutto con le persone sofferenti, la disponibilità cioè (anche con sacrifici e rinunce personali) a stare con loro e a condividere la loro croce(3). Ma non soltanto al condom ha fatto cenno il Papa nel trattare questo problema: egli ha chiamato in causa, sia pure velatamente, il modello antropologico occidentale che, a decenni dalla fine del colonialismo, ancora domina in Africa tarpandone le ali e ostacolandone lo sviluppo, tanto che quel continente – dopo aver subito i danni della colonizzazione – deve ora subire i danni provocati dagli aspetti deteriori della modernità.

Non è la prima volta che la Chiesa cattolica tocca il problema della sessualità umana e dell’uso del profilattico, essendo ogni pronuncia accompagnata da proteste e dissensi, fin dall’enciclica di Paolo VI Humanae vitae (1968), tanto criticata in occidente perché proibiva ai cattolici l’uso dei contraccettivi artificiali, ma apprezzata nei paesi di quello che allora era chiamato Terzo Mondo, i quali conoscevano le sterilizzazioni forzate e le pressioni dei governi ad adottare comportamenti lontani dai loro valori. Quanto al modello antropologico, sono evidenti i danni procurati al tessuto sociale africano, con le relative conseguenze anche a carico della salute, dai modelli di vita occidentali improntati, dopo il ’68, all’edonismo più sfrenato e alla ricerca del proprio piacere personale, assecondati dalle lobby di potere, dai cartelli della droga alle multinazionali farmaceutiche che propugnano l’uso del condom.

Il riferimento dei Papi al profilattico ha sempre suscitato, a livello internazionale, un vespaio di proteste altrettanto grossolane, quanto astiose e male argomentate dal punto di vista razionale. Grossolane, perché la stampa occidentale ha sempre volutamente sorvolato sul fatto che i Papi non hanno che ribadito quello che la Chiesa ha sempre detto; astiose, perché palesemente finalizzate a screditare presso l’opinione pubblica mondiale la dottrina cattolica sui temi in discussione; male argomentate, perché le loro parole sono state sempre artatamente decontestualizzate. Le anime belle europee, imbevute di buonismo, sono arrivate ad accusare il Papa di mancanza di amore per il prossimo, ma a ben guardare queste critiche rivelano un velato razzismo perché, mentre nessuno criticherebbe un europeo che vuole osservare la morale cattolica, tutti quelli che hanno criticato il Papa sembrano giudicare gli africani troppo stupidi o primitivi per farlo.

In realtà la comunità internazionale, tanto ansiosa di diffondere in Africa l’uso del profilattico, sembra dimenticare quali siano le vere priorità del continente: acqua, cibo, energia e cure mediche. E’ evidente che le parole di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI hanno toccato un nervo scoperto nella cattiva coscienza degli occidentali, perché il problema dell’AIDS, quando la malattia fu scoperta negli Stati Uniti circa 30 anni fa, ha coinvolto subito un ambito nuovo oltre quello strettamente sanitario, e cioè quello dei rapporti sessuali che si ritenevano “liberalizzati” dalla rivoluzione sessantottina con la fine della morale borghese. Quella patologia era palesemente frutto di una modernità malamente sviluppatasi sulla scia della trasformazione dei costumi che si era verificata negli anni ’70 e ’80 e fu chiaro, anche se fu taciuto perché politicamente scorretto ed economicamente svantaggioso, che la prevenzione avrebbe potuto validamente attuarsi praticando quella “scandalosa” castità extraconiugale e quella fedeltà coniugale che la Chiesa cattolica raccomanda da 2000 anni. Infatti, secondo alcuni studi risalenti addirittura all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso(4), i vari test eseguiti dall’industria della gomma (permeabilità sotto pressione, test elettrico ecc.) hanno rivelato una microscopica permeabilità del lattice che, come notoriamente non rappresenta una barriera assoluta contro il concepimento, così non può rappresentare una barriera assoluta contro il diffondersi del virus HIV, che ha dimensioni molto più ridotte dello spermatozoo. Ma in occidente non si è mai levata una sola voce contro la promiscuità sessuale, neppure da parte della recentissima VI Conferenza Mondiale di Roma, mentre invece si raccomanda caldamente l’uso del preservativo perché fonte di lauti guadagni per le società farmaceutiche. L’AIDS è una malattia che nasce dall’uomo e dalla sua scelta di intrattenere rapporti sessuali liberi con chiunque e in qualunque situazione, perciò è l’uomo con la sua intelligenza e la sua volontà l’antidoto più efficace contro questo flagello. Ritorniamo perciò al problema dell’educazione delle giovani generazioni, tanto scaduta e degradata dopo la cosiddetta liberazione sessantottina.

Ma al di là degli aspetti tecnici e scientifici del caso, ciò che maggiormente addolora Carla, cattolica “bambina”, è il tiro di pietre operato da certe correnti ultrasecolariste, compresi i cattolici “adulti”, contro una Personalità che, anche per chi non la considera il Vicario di Cristo, rimane nondimeno una voce morale di altissimo livello, che ha avuto il coraggio di denunciare pubblicamente, come un agnello tra i lupi, ciò che molti operatori sanitari in Africa sanno benissimo ma non hanno il coraggio di dichiarare apertamente per timore di essere sanzionati o emarginati dai detentori del pensiero unico dominante, che considera il sesso libero come un diritto inalienabile dell’individuo.

A chi giova questo atteggiamento? Sicuramente si vuole screditare l’autorità dei due ultimi Pontefici che hanno voluto far sentire a quegli sfortunati popoli la loro vicinanza e denunciare i corrotti governi locali protetti dalle multinazionali occidentali, colonialistiche e sfruttatrici; ma anche incitare le forze sane di quei paesi a prendere in mano il proprio destino costruendo il proprio futuro attraverso le loro risorse umane e naturali, e tutto ciò naturalmente non è piaciuto a chi ha interesse a mantenere l’Africa in perpetua sudditanza morale ed economica. Come Giuliano Ferrara ha scritto acutamente tempo addietro,(5) la moderna political correctness ha fatto dell’AIDS la malattia da adorare idolatricamente e da esorcizzare nella mistica della solidarietà in cui una sessualità spregiudicata soppianta i vecchi condizionamenti “oscurantisti” della continenza e dell’amore inteso come fondamento della famiglia. Chiunque si opponga a questo trend, che comprende anche l’incoraggiamento all’aborto e la liberalizzazione dell’eutanasia, viene irriso e censurato come retrogrado e, a maggior ragione, se è il Capo della Chiesa cattolica che dedica alla tutela della vita umana il massimo delle energie dei suoi figli migliori. Ma il Papa e i cattolici “bambini” non si impressionano e non si scoraggiano: Gesù Cristo aveva previsto tutto.


 

 

1 Fonte: Agenzia Fides 16.7.2011.

2 Cfr. IL TIMONE, luglio-agosto 2011

3 Cfr. L’Osservatore Romano, 19.3.2009

Cfr. JOHN HOPKINS UNIVERSITY, Population Report, Vol. XVIII, n. 3, serie H, n. 8 (1990) e C. M. ROLAND, The Barrier Performance of Latex Rubber, in “Rubber World”, giugno 1993, pag. 15 (1993).

5 Cfr. Il Foglio, 19.3.2009.

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