NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : IL VENTO CATTOLICO SOFFIA SU POLONIA ED UNGHERIA – di Pietro Guerini

RACCOMANDIAMO A TUTTI I NOSTRI LETTORI DI ADERIRE AL COMITATO NO194, PER UN NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA LEGGE 194, CHE HA CONSENTITO (PER ORA) L’UCCISIONE DI OLTRE CINQUE MILIONI DI INNOCENTI. UNA SOCIETA’ CHE SI DEFINISCE CIVILE DEVE FERMARE QUESTA ORRIBILE STRAGE

PD

 

di Pietro Guerini Portavoce nazionale no194

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s. stefano

Santo Stefano di Ungheria

 

 

E’ stato dato giustamente spazio in queste settimane a due notizie di rilevanza legislativa in materia di aborto in ambito europeo .

Anzitutto nella Costituzione ungherese , approvata dal Parlamento il 26-4-2011 , è stata inserita la protezione della vita sin dal concepimento , secondo quanto auspicato dal governo di coalizione di centrodestra , forte di un’ampia maggioranza , guidato da Victor Orban .

Da tale approvazione , purtroppo , non discende automaticamente l’illegittimità dell’attuale normativa abortista , che implica un ulteriore intervento a livello legislativo .

In Polonia è stata depositata una legge di iniziativa popolare che dispone l’illegalità di qualsiasi evento abortivo , che ha raccolto 600.000 firme con il consistente , esemplare ed esplicito appoggio della Chiesa locale e che è stata poi approvata dalla Camera Bassa di quel Parlamento .

Affinché il testo possa assumere carattere di legge è ora indispensabile che passi al vaglio di una commissione specifica per poi superare una duplice ulteriore approvazione da parte della medesima assemblea .

Non solo , ma essa dovrebbe poi essere votata dal Senato e ottenere la promulgazione dal Capo dello Stato , in assenza della quale potrebbe divenire legge solo a seguito del conseguimento della maggioranza qualificata dei due terzi dei voti presso entrambi i rami del Parlamento .

Due segnali sicuramente molto significativi , che smitizzano l’irreversibilità della legalizzazione dell’aborto e confermano vieppiù l’assoluta autonomia delle singole nazioni nel disciplinare questo tragico fenomeno , suggellata dalle recenti pronunce della Corte di Giustizia .

Ciò premesso , non condivido l’analisi degli eventi polacco-ungheresi che è stata fatta da alcuni osservatori , i quali hanno parlato genericamente di vento dell’Est che spirerebbe in chiave antiabortista .

A sostegno di tale tesi , è stata citata una riforma legislativa di segno analogo che sarebbe avvenuta in Russia .

In realtà , in quel paese l’interruzione volontaria di gravidanza è ancora legale sino al settimo mese di gravidanza ed è stata solo diffusa due anni or sono una circolare molto politica del tutto preliminare rispetto a qualsiasi intervento di carattere legislativo , che si ritiene possa al limite tradursi nel riconoscimento di una sorta di obiezione di coscienza in capo al singolo medico .

Il panorama legislativo della zona orientale europea è , invero , significativamente ancor più desolante di quello occidentale , in quanto il laicismo diffuso che caratterizza in generale il nostro continente è stato aggravato in quei paesi da decenni di ateismo di Stato , aventi come corollario l’assenza di qualsiasi libertà religiosa e , nello specifico , la concezione dell’aborto come dominante forma di contraccezione .

Emblematicamente l’URSS è stata la prima nazione a legalizzare l’aborto nel 1921 .

E non a caso oggi nell’Est Europa il fenomeno abortivo è ancor più diffuso che nella parte occidentale del vecchio continente ( in Russia riguarda addirittura più del 60% delle gravidanze e nella stessa Ungheria costituisce anche attualmente l’epilogo del 40% delle medesime ) .

Addirittura la Romania è il paese con la più alta percentuale di aborti al mondo ( 75% ) .

E’ , a mio avviso , evidente , piuttosto , che la matrice di queste due lodevoli azioni normative va ricercata in una reazione della cultura cattolica ( preponderante in Polonia ed ancora ben presente in Ungheria ) ad un sistema di valori laicista , al quale la quasi totalità dei paesi orientali si richiama tutt’oggi in modo ferreo , esattamente come avviene , ad esempio , in Francia o in Inghilterra o in Olanda .

Decisivamente indicativi sono al riguardo , nel caso magiaro , altri elementi novativi introdotti nell’occasione e per nulla rispondenti ad esigenze socio-economiche , quali l’invocazione della responsabilità di fronte a Dio dei Parlamentari che approvano la Costituzione e la formalizzazione costituzionale dello stemma nazionale centrato sulla Santa Corona e su Santo Stefano , simboli dell’eredità storica cristiana dell’Ungheria .

Assai promettente è l’intento di quei due paesi di incamminarsi verso il massimo livello di civiltà europeo , rappresentato dalla legislazione irlandese , che prevede una tutela costituzionale del diritto alla nascita , da cui discende direttamente l’ammissibilità dell’interruzione volontaria di gravidanza solo nell’ipotesi di pericolo di vita della madre .

Tre nazioni , queste , che hanno tratto dall’identità religiosa cattolica la forza culturale e spirituale per contrapporsi all’imperialismo di scomodi vicini , i cui effetti sono ancora in qualche caso permanenti .

Identità religiosa alla quale si richiamano esplicitamente parecchi tra gli aderenti alla nostra iniziativa , che ha compiuto in questi giorni due anni di vita .

Come intuibile per chiunque non creda nelle favole , tra cui quella che si traduce nell’auspicio che politici sedicenti cattolici possano impegnarsi nel nostro paese concretamente contro l’avvenuta legalizzazione dell’aborto , una proposta di legge di iniziativa popolare avente il contenuto di quella polacca in Italia sarebbe del tutto impraticabile , in quanto i Parlamentari la cestinerebbero o la relegherebbero nel più recondito dei loro cassetti , in linea con la condotta che hanno mantenuto in questo trentennio successivo al primo referendum .

Nel nostro paese , quindi , la pubblica opinione deve agire autonomamente ( e senza cercare intermediari nel potere legislativo ) attraverso l’unico strumento che le viene concesso dall’ordinamento giuridico per abrogare le leggi vigenti , quello referendario .

Strumento che ho invocato dal 18-7-2009 quando ho pubblicato sul web il primo articolo con il quale intendevo farmi promotore di un nuovo referendum abrogativo della L. 194 , che dal 1978 ha reso legale la pratica abortiva nel nostro paese , pubblicazione da cui è nato il 28-9-2009 il sito www.no194.org attraverso il quale si raccolgono le adesioni all’iniziativa , oggi giunte al numero di 1 600 ( oltre 1 400 negli ultimi 6 mesi e mezzo ) .

E , se si è realmente antiabortisti , è importante divulgare la nostra operazione , così anche vanificando patetiche attività di disturbo , affinché coloro che condividono la necessità di abrogare quella legge siano consapevoli dell’esistenza da oltre due anni di una struttura già attiva come la nostra , caratterizzata da un sito , un manifesto , un elevato numero di iscritti , un’attività divulgativa , un programma operativo e delle scadenze , con obiettivi anche intermedi ben definiti .

Ricordo che , in linea con la tempistica preannunciata , ad agosto provvederò ad elaborare i cinque quesiti referendari e che da settembre inizierò a pianificare la raccolta materiale delle firme sul territorio , contattando gli aderenti , per riscontrare il numero e l’identità dei soggetti disponibili ad impegnarsi fattivamente per costituire “ in loco “ nuclei di volontari a ciò finalizzati .

E ricordo che , tra le altre , ad ottobre terremo due conferenze nella capitale , la prima delle quali il giorno 8 alle ore 18,30 , presso l’Hotel Polo , in zona Parioli .

Colgo l’occasione per ringraziare coloro che stanno lavorando per questa iniziativa , inviandomi adesioni da tutta Italia ed organizzando eventi divulgativi .

Mi auguro che molti ancora possano impegnarsi per queste incombenze e per le nuove che ci attendono .

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