La satira di Guareschi, che non perdeva mai il senso del limite, aveva un fine educativo.. . I giornalisti di Charlie Hebdo non volevano e non vogliono salvare i musulmani da una falsa religione, ma farli partecipi della loro stessa perdizione, violentarli della stessa violenza che li ha portati nel baratro del nulla.
= = = = = = = = = = = = = = = =
.
Ogni martedì Alessandro Gnocchi risponde alle lettere degli amici lettori. Tutti potranno partecipare indirizzando le loro lettere a info@riscossacristiana.it , con oggetto: “la posta di Alessandro Gnocchi”. Chiediamo ai nostri amici lettere brevi, su argomenti che naturalmente siano di comune interesse. Ogni martedì sarà scelta una lettera per una risposta per esteso ed eventualmente si daranno ad altre lettere risposte brevi. Si cercherà, nei limiti del possibile, di dare risposte a tutti.
.
Il successo di questa rubrica è testimoniato dal numero crescente di lettere che arrivano in redazione. A questo proposito preghiamo gli amici lettori di contenere i propri testi entro un massimo di 800 – 1.000 battute. In tal modo sarà più facile rispondere a più lettere nella stessa settimana. Ringraziamo tutti per la gentile attenzione e collaborazione.
PD
.
martedì 13 gennaio 2015
.
è pervenuta in Redazione:
.
Caro dott. Gnocchi,
dopo l’attentato di Parigi penso che urga una riflessione chiarificatrice, fra noi cristiani, circa il valore, o disvalore, della satira. Lei probabilmente, in quanto grande esperto di Giovannino Guareschi, è la persona più giusta ad illuminarci in proposito.
In altre parole: entro quali limiti la satira può essere considerata uno strumento utilizzabile dai cristiani? Può esserci una satira cristiana o forse è meglio parlare di una comicità o ironia cristiana? Lo scopo di tale opera può essere la pura corrosività o ridicolizzazione dell’avversario, senza avere un fine positivo ed educativo?
La ringrazio per l’eventuale risposta
Marco Bongi
.
chiamiamola pure satira e non temiamo se la usano i cristiani, anzi. Ma, se tengo come parametro il lavoro di Guareschi, stento a dare lo stesso nome a ciò che, nel corso degli anni, ho visto su “Charlie Hebdo”. Fatico perché in ciò che faceva, e che continua fare, il giornale francese manca l’essenziale di ogni attività umana, anche quando si tratta di imprese intellettuali che per definizioni stanno in una zona franca fuori dagli schemi e dalle convenzioni: il senso del limite.
Fatico a dare lo stesso nome a ciò che faceva Guareschi su “Candido” e a quanto facevano e fanno i francesi di cui ci stiamo occupando in questi giorni perché non sono la stessa cosa. Chiamiamola satira, ma allora, seguendo il suo ragionamento, bisogna dire che esiste una satira cristiana, così come esiste una filosofia cristiana, una cultura cristiana, una pittura cristiana, una musica cristiana, una letteratura cristiana e via elencando.
Caro Bongi, se c’è qualcosa che contraddistingue la satira fatta da cristiani come Guareschi è proprio il senso del limite. Che non consiste nel dosare l’intelligenza, la durezza o l’invettiva, ma nella consapevolezza che su alcuni bersagli non si può alzare la matita.
I bersagli che devono godere l’immunità dall’attività satirica sono i simboli. Badi bene, caro Bongi, che non ho ancora detto le divinità poiché, in quanto cristiani, sappiamo che esiste un solo Dio in Tre Persone e che le altre espressioni sono tutte false in quanto frutto di religioni false. Qui bisogna distinguere tra bestemmia e malcostume, ma non è necessario inoltrarsi per questa strada. Non per questo, in quanto simboli di un credo religioso, i falsi dei e le relative figurazioni e manifestazioni possono essere in qualche modo soggetti alla minima denigrazione satirica.
Che una religione è falsa lo si può mostrare solo porgendo quella vera. Lo si fa con l’apostolato, con l’apologetica, con le opere di carità, con la santità della vita personale. Farlo con lo sberleffo lanciato su simboli e figure impregnate di un senso del sacro, anche se mal riposto, prima ancora che irreligioso è inumano. O meglio, è inumano in quanto irreligioso: ma questa, appunto, è l’essenza dell’occidente che voltato le spalle a Cristo e alla civiltà cristiana. I giornalisti di Charlie Hebdo non volevano e non vogliono salvare i musulmani da una falsa religione, ma farli partecipi della loro stessa perdizione, violentarli della stessa violenza che li ha portati nel baratro del nulla.
Caro Bongi, se passa al setaccio l’opera satirica di Guareschi, uno degli uomini che nel dopoguerra hanno combattuto con più efficacia il comunismo, non troverà un segno di lapis che colpisca i simboli comunisti. Troverà la giusta ferocia con cui il vero deve opporsi al falso, il bene al male, ma esercitata solo contro ciò che poggia i piedi per terra: gli uomini, le idee che camminano sulle loro gambe, le loro opere e solo se questi uomini sono in grado di esercitare un potere.
Badi bene che questo non evitava a Guareschi di rischiare la vita. La Volante Rossa l’aveva nel mirino, e più di un avversario gli fece sapere che a Piazzale Loreto c’era ancora posto. Pensi che alcuni lettori di “Candido” si erano organizzati a sua insaputa per costituire delle squadre che lo proteggessero nel tragitto tra la casa e il giornale.
Quanto allo scopo educativo, caro Bongi, c’è anche nella satira. Lo scriveva proprio Guareschi ad Angelo Rizzoli, suo editore e produttore, quando venne messo in cantiere il primo film tratto dai racconti di Mondo piccolo. Non gli piaceva il lavoro del regista Julien Duvivier perché non rispettava il fine di far uscire il singolo militante comunista dall’ammasso del partito per indurlo a usare la propria testa.
E le posso assicurare, caro Bongi, che i risultati del lavoro satirico di Guareschi si vedevano. Il suo archivio è ricco di lettere di militanti comunisti che compravano di nascosto “Candido” e scrivevano al suo direttore per sapere se la Russia fosse come la descriveva “L’Unità” o se invece fosse come la raccontava lui su “Candido”.
Come vede, tutto questo, fermandosi prima di colpire i simboli o le immagini religiose, che tengo a ribadirlo, non sono le idee, le quali, siano laiche o religiose, quando sono false non possono godere di alcun rispetto. Il simbolo è altro e appartiene a una sfera più misteriosa e intima dell’uomo. Non è affare della satira.
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo
12 commenti su ““FUORI MODA”. La posta di Alessandro Gnocchi – rubrica del martedì”
Il Musulmano è prezioso da sempre – da quando esiste la Massoneria – come riferimento mitico e operativo in funzione anticristica (anti-incarnazionista). Anche oggi in Italia.
Un attimo dopo essere stato “valorizzato” in tal senso, viene ridicolizzato come il più credulone e manovrabile degli uomini.
Verso Cristo, la SS. Trinità, la Madonna, odio furibondo (in “Charlie”); verso i Musulmani, nello stesso giornale, disprezzo
Bravissimo, prof. Gnocchi: il proselitismo (ancorché ripudiato dalla Chiesa attuale) si deve fare e si fa con l’apostolato, l’apologetica e il buon esempio. E’ proprio l’apologetica che sta mancando, perché, se vi fosse tra noi un personaggio di spessore paragonabile ai Padri della Chiesa, crede che la signora Gruber lo lascerebbe parlare?
Guareschi è una figura siderale rispetto alla varia umanità che caratterizza la nostra attualità. Senza arrivare a quei livelli, basta un normale sfottò fra amici o avversari cui non manca il reciproco rispetto, per esemplificare un atteggiamento umanamente accettabile.
Non ho MAI approvato la satira su persone che rappresentano una religione e
neanche su simboli religiosi, anche non cristiani.
In questo caso inoltre “non si tratta di satira”: la satira è quella descritta benissimo
da lei, caro Gnocchi.
Quella di Guareschi.
Quello che abbiamo visto in questi giorni sono SOLTANTO VOLGARITA’ oscene,
di pessimo gusto che offendono tanto chi le scrive quanto chi le legge.
Ora, alcuni degli autori, sono nella VERITA’ e si renderanno conto di quanto male
hanno causato.
Perché sono ANCHE loro responsabili e quindi colpevoli delle povere vittime innocenti.
Peggio che volgarità, cara signora.
Si tratta di odio: odio decantato, distillato, riversato sul “popolo”, ma in realtà lanciato contro Dio, Soprattutto il Dio Vero: le vignette erano quasi sempre anticristiche e anticattoliche. “Odiato senza ragione”, come dice la Bibbia.
Qualcosa di paragonabile lo abbiamo da questa parte delle Alpi, con la Littizzetto, Dario Fo e altri; anche costoro molto apprezzati dall’ “intellighentsia” modernistica. Apprendo da lanuovabq che la serissima rivista dei Gesuiti francesi “Etudes” ha pubblicato in questi giorni le vignette più blasfeme.
Sia chiaro, dott. Gnocchi. Dica che la satira religiosa dovrebbe essere regolamentata e punita per legge!
Non dimentichiamo che dopo la morte di Guareschi, il Candido ha proseguito la stampa per tanti anni sotto la direzione del senatore missino Giorgiò Pisanò ed ha sempre continuato ad essere un giornale politico e satirico di destra ed anticomunista, con innumerevoli vignette quasi tutte di argomento politico.Non ricordo di aver mai visto una vignetta di argomento religioso su Candido, a parte il servizio sull’arrivo di Stalin all’inferno nel numero uscito pochi giorni dopo la morte del tiranno.
Quando penso a Guareschi, ai suoi libri, ai film basati sui suoi libri, mi sento leggero e ricolmo di gioia. Satira o non satira, la pace, la serenità e l’intelligenza come risultato di un lavoro stimolante e certosino dovuto a lui è per me un rifugio sicuro.
Ho evitato di parlare di ciò che é successo a Parigi a ridosso dell’evento, perchè avavo bisogno anch’io di valutare con un minimo di prospettiva temporale un fatto cosdì tragico ed eclatante. si é vista la reazione in Francia al pluriomicidio. Una reazione; a mio modesto avviso; irrazionale, sproporzionata, e scentrata rispetto ai precedenti e ai fatti.
L’ “eroico” Charly Hebdo, e i suoi valenti(?) vignettisti, avevano aperto il fuoco su tutto ciò che non fosse negatore dell’esistenza di Dio, gli insulti alla Fede, non furono certo più riguardosi delle scempiaggini su quella religione satanica (leggere e meditare il Corano per favore) che é l’Islamismo.
Un giornale(?) di tale successo e di tale qualità, con tanto seguito, che era sull’orlo del fallimento.
Se avessoro simulato l’attacco, vista la razione sproporzionata dei parigini e del governo francese, sarebbe stato uno scoop pubblicitario quasi geniale.
Ma i morti sono morti. Bisogna tornarci il fatto non si può chiudere in…
Vorrei solo esprimere la mia desolazione nell’essermi sentita dopo i fatti accaduti in Francia tra due fuochi tra chi, i mussulmani potrebbero toglierti la vita e a tanti l’hanno già tolta ma quella biologica e quelli che hanno fatto di tutto fanno di tutto e faranno di tutto per farti perdere l’anima (certo finchè non li tocchi nei loro “valori” fondanti come omossessualismo pansessualismo aborto libero eutanasia ecc…perchè è da vedere se poi non siano pronti anche loro ad imbracciare un mitra magari per sparare su qualche povera sentinella in piedi!!!)
Qual è la cosa più grave? Ho visto la marcia-pagliaccia dei capi politici e ho provato un senso di solitudine disperante avrei dovuto provare odio contro i mussulmani ma per provare amore verso chi? verso cosa? Quante marce sono state fatte per i milioni di bambini abortiti? Per quelli rovinati dalla teoria del gender? Ovviamente non giustifico la strage ma spero che abbia dato l’occasione per riflettere su tante ipocrisie e mistificazioni
Radio3 propone contro il terrorismo lo slogan “più cultura meno paura”. Si, ma quale cultura? La cultura dello sberleffo e della dissacrazione, o QUELLA DEI FANATICI ISLAMISTI? Se deve trionfare mediaticamente la prima, io la vedo come l’opposto all’odio che uccide. La dissacrazione offensiva uccide l’intelligenza, proprio come l’odio UCCIDE le persone. E la potenza mediatica si mette, come vediamo, al servizio di entrambe. QUANTO BISOGNO AVREMMO DI TORNARE ALL’ANTICA E SEMPRE NUOVA SAPIENZA CRISTIANA!
Noi diciamo che vogliamo difendere i nostri valori: ma quali valori? Giustissimo e doveroso manifestare contro il terrorismo, ma se l’Europa avesse fatto tesoro delle parole di San Giovanni Paolo II: «La libertà senza verità ci porta lentamente verso un nuovo totalitarismo», avremmo un mezzo in più per sconfiggere il terrorismo. Quanto sento il bisogno di un umorismo intelligente alla Guareschi, in contrapposizione al disprezzo e allo sberleffo!
“Ma, se tengo come parametro il lavoro di Guareschi, stento a dare lo stesso nome a ciò che, nel corso degli anni, ho visto su “Charlie Hebdo”.
Forse mi è sfuggito il senso di questa frase, ma mi meraviglia che lei senta la necessità di un termine di paragone per formulare la sua opinione in merito a quanto pubblicato da quella rivista. Guareschi non avrebbe avuto dubbi in merito.
Con immutata stima, buon lavoro.