di Marcello Foa
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Rieccomi a voi, dopo qualche giorno di vacanza in cui ho davvero staccato la spina. Innanzitutto, ovviamente, buon anno. E sarà un anno importante per l’Italia: Napolitano non sarà più il presidente della Repubblica.
Come al solito, non mi unisco al coro dei giornalisti e dei partiti che già salutano, con la consueta retorica, il servitore delle Istituzioni. Il mio giudizio su Napolitano è tutt’altro che retorico e, come sempre fattuale. Fuor di metafora: Napolitano non è stato un buon presidente per la semplice ragione che non ha rispettato l’essenza, l’anima, la missione di un Capo dello Stato: che è quello di servire il popolo, di rispettare in modo inflessibile la Costituzione, di difendere la sovranità.
Napolitano, invece, appartiene a quella élite di politici che, in Italia ma non solo, di fatto si prodiga per svuotare di significato proprio la carica, le istituzioni e in ultima analisi il Paese che dovrebbe difendere.
La tecnica è raffinata ma come sempre non facilmente interpretabile e mai spiegata all’opinione pubblica, che deve essere mantenuta nell’illusione. Funziona così: il rispetto formale del mandato e della Costituzione è costante, i richiami ai valori nazionali e al senso dello Stato sono rituali, retorici, obbligati.
Il tono cambia quando il presidente parla di Unione europea; in questo caso trapela l’appartenenza, la convinzione, il senso storico di una missione. Il presidente che dovrebbe difendere la Costituzione curiosamente lancia continuamente appelli alla cessione di sovranità e di poteri a favore della Ue di cui auspica l’unione politica e naturalmente per il bene degli italiani (basta una ricerca su un motore di ricerca per trovare centinaia di riscontri). Nella gestione del potere nazionale ovviamente si prodiga per difendere, proteggere e al momento giusto lanciare quei politici o quei tecnici che la pensano come lui e con cui condivide le stesse referenze sovranazionali.
E’ stato Napolitano ad avallare il colpo di stato con cui le élite europee hanno fatto cadere Berlusconi nel 2011, attribuendo simultaneamente l’incarico al suo grande amico e sodale Mario Monti, tra l’altro beneficiandolo della nomina improvvisa a senatore a vita; dunque rendendo possibile l’attuazione di un piano che, come ormai ampiamente dimostrato, è stato concepito mesi prima della caduta del Cavaliere.
E’ lo stesso Napolitano a spingere un altro giovane, emergente sodale Enrico Letta a Palazzo Chigi e poi, dopo pochi mesi, a benedire l’improvvisa ascesa, ma gradita a certi ambienti, di Matteo Renzi, superando un’antipatia e una diffidenza personale che ora traspare, ma a cui si è inchinato in ossequio a logiche che al popolo non vengono mai spiegate. Un “obbedisco” a modo suo.
E se ripercorrete la storia di questo decennio, vi accorgerete come nei momenti critici – ad esempio nel pieno delle crisi finanziarie, di quella greca o di forte criticità per la sopravvivenza dell’euro, Napolitano abbia usato tutta la sua influenza e il suo prestigio istituzionale per spingere l’opinione pubblica e le forze politiche sempre nella direzione voluta dall’establishment europeo, che appare come un referente più forte, alto e influente della Costituzione italiana.
Parlare di tradimento del mandato non è improprio. Di certo quello di Re Giorgio appare come un tradimento dell’Italia.
E non dobbiamo illuderci che a Napolitano subentri un eletto autenticamente patriottico. Riparleremo presto del successore, ma sin d’ora si può affermare che via un Napolitano se ne farà un altro, che offra le stesse garanzie e vanti le stesse appartenenze. Perché questa è la logica del potere che governa davvero l’Europa. E dunque anche quel che resta dell’Italia. Ma agli italiani non va detto e men che meno spiegato.
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fonte: Il Giornale
9 commenti su “Napolitano, il presidente che tradì l’Italia – di Marcello Foa”
Non so quanti Presidenti della Repubblica o del Consiglio abbiano veramente rappresentato gli Italiani,e d’altra parte non so nemmeno se questi gli Italiani li avrebbero meritati. Fondamentalmente sempre,ma oggi con sempre maggiore e spavalda arroganza,la nostra classe politica ha obbedito servilmente a interessi ‘superiori ‘,calmando le acque inventando finti posti di lavoro pubblici a milioni,senza il vero lavoro che li giustificasse,ed altrettante false pensioni.Abbiamo superato il punto di non ritorno sia riguardo all’ingiustizia imperante sia per il fallimento economico,finanziario e morale di tutto il sistema.Chi puo’,fugge :la sola Londra ospita fin dai primi anni ’70 250.000 italiani andati via perche’ stanchi di lottare contro troppi muri di gomma.L’ unica forza che avrebbe potuto contrastare le forze demolitrici,la Chiesa,si e’ quasi dissolta.Oggi l’italiano medio e’ disposto a credere a tutto.Piu’ che al Presidente , c’e’ da pensare alla vera ricostruzione di questo Paese.
il presidente della repubblica è l’espressione del compromesso cattocomunista che ha prodotto la costituzione, “aborto giuridico”, secondo Carlo Costamagna. i presidenti della repubblica sono tutti figli di un aborto giuridico – l’unico che (forse) si salva è Antonio Segni (aggredito e fatto morire dagli esponenti del “patto costituzionale”)
Mi scusi Alessio non si è accorto che ormai la chiesa si è messa al servizio dei poteri forti?
Io sono uno di quegli Italiani che vive all’estero da molti anni, fuori dall’Europa.
Guardando le cose da lontano Io credo che il problema non sia il concetto di Europa e di aggregazione in una identita’piu’ ricca e piu’ forte culturalmente ed economicamente come l’Europa.
Il problema invece e’ che attualmete le forze dominanti e che hanno voce in Europa sono quelle della mentalita’ di tradizione nordica che ha “ideato” l’europeismo economico senza prima mettere le fondamenta della cultura e della vita dei popoli.
Non so a cosa pensi e a quali forze serva Napolitano quando innalza sul podio il concetto di Europa. Guardando la sua profonda cultura umanistica mi viene da credere che sia in buona fede, guardando invece realisticamente le conseguenze della sua politica, mi viene da pensare che sia stato anche Lui l’artefice di questa deviazione e snaturalita’.
“Ai posteri l’ardua sentenza” come diceva un famoso detto.
Condivido pienamente tutto quello detto ,e non solo dopo aver letto, perché da tempo nella mia semplicità avevo capito il “tranello”. Quello che mi dispiace, è che la maggioranza degli italiani, è plagiata e contagiata dal modo di fare di tanti ” illustri personaggi” che vestono in doppiopetto ma stanno egregiamente sfasciando l’Italia. Dalle mie parti usiamo dire riferendoci al futuro:
” Signore mai peggio! ”
Auguriamoci il meglio con l’aiuto di Maria vergine.
Sia lodato Gesù Cristo.
La cosa che più mi sconforta, è la certezza che nessun tribunale mai giudicherà e condannerà lui e i suoi sodali per i crimini commessi. Non ci resta che sperare nella Giustizia Divina.
E speriamo e preghiamo che i poteri forti non ci impongano qualche presidentessa – e ci siam capiti! – piuttosto!.
Stupisce che nessuno dei commentatori abbia fatto memoria di quel ‘fattaccio’ legato al nome di Eluana Englaro…
Il presidente Napolitano, allora, non solo traditore del nostro Paese (o, meglio, di quel che ne resta), ma anche…?
Francesco DAL POZZO
Del “caso Englaro” si era già parlato nell’articolo “L’importante è che se ne vada” e in alcuni commenti ad esso, comunque NON se ne parlerà mai abbastanza, è stato uno scandalo inaudito: fatta morire di fame e, soprattutto di sete (morte atroce) per i capricci di un branco di assassini di sinistra: oltre ai protagonisti principali, fra cui napolitano, il giudice e il padre, ricordiamoci di personaggi che si sono dichiarati favorevoli, come odifreddi e marino e del disgustoso ostruzionismo fatto dal PD al tentativo di Berlusconi di salvarLa: se la maggior parte delle persone ragionasse ancora, il PD sarebbe crollato a tal punto da uscire dalla scena politica!
In stato vegetativo persistente non si può soffrire per motivi psicologici, l’unico modo per farLa soffrire (a parte torturarLa) era farLa morire a causa della sospensione della nutrizione e dell’idratazione!