Lunedì 6 Giugno 2011
fonte: Corrispondenza Romana
La Fondazione Lepanto protesta vivamente contro la celebrazione della settimana omosessuale a Roma, culminante nella oscena e blasfema parata dell’11 giugno, e contro l’accoglienza che a questa manifestazione hanno dato il sindaco Gianni Alemanno e le autorità capitoline. Con questa manifestazione sembra compiersi, nell’indifferenza, se non nel compiacimento generale, l’itinerario da “città sacra” a “città contro-natura” percorso, nello spazio di venticinque anni, da quella che, nelle parole di Pio XII, era “l’Eterna, inclita, sacra Città, prescelta dalla Divina Provvidenza ad essere antesignana nel mondo della genuina civiltà, e da Cristo a divenire patria comune dei redenti!” (Discorso del 18 febbraio 1958, in AAS, vol. 50 (1958), p. 162).
Il Nuovo Concordato tra lo Stato italiano e la Santa Sede, in vigore dal 18 gennaio 1985, in nome della neutralità religiosa dello Stato, ha rimosso il carattere sacro di Roma, stabilito dai Patti Lateranensi dell’11 febbraio 1929, ma una volta perduto questo significato, la Città Eterna sta divenendo, come tutte le metropoli europee, un centro di sincretismo religioso e di pubblica immoralità. Roma resta però la sede della Cattedra di Pietro, il cuore della Chiesa cattolica, la capitale spirituale e morale del mondo. La Fondazione Lepanto implora con rispettosa e accorata fermezza le autorità ecclesiastiche e, in primis, il cardinale -Vicario Agostino Vallini di esprimere la propria riprovazione e promuovere una pubblica riparazione, di fronte ad un evento che costituisce una profonda offesa alla legge naturale e divina.
Nel medesimo spirito di violenta contestazione all’ordine naturale e cristiano, i gruppi omosessualisti organizzarono un “Gay Pride” a Roma nell’anno giubilare del 2000, reclamando non la libertà di condotta omosessuale, che già esiste abbondantemente in tutto l’Occidente secolarizzato, ma l’aggressione politica, mediatica e giudiziaria nei confronti di tutti coloro che continuano a considerare questa “libertà” come un intrinseco disordine morale.
In quell’occasione il Centro Culturale Lepanto promosse un pellegrinaggio di protesta e di riparazione al Santuario del Divino Amore. Nel medesimo spirito la Fondazione Lepanto fa oggi proprie le parole che allora rivolse il suo presidente, Roberto de Mattei, agli oltre mille partecipanti al pellegrinaggio.