Ad ogni Capodanno (e pure in anticipo), ecco l’invasione dei calendari, lunari, almanacchi, e altra mercanzia del genere con i mesi, le settimane, i giorni, le fasi lunari e astronomie-astrologie varie, proverbi e massime popolari, consigli per le semine dei vari prodotti in agricoltura, previsioni più o meno fantastiche (inventate, ovviamente) legate ai segni dello zodiaco… e chi più ne ha, più ne mette – sì, più ne mette!!!
All’incontrario, c’è anche chi fa della sobrietà e della serietà il suo marchio, redigendo calendari interessanti, utili oltre misura: cose serie, insomma. A questa “categoria” appartiene l’Ana, che si è sempre distinta per una intelligente azione.
Negli anni del centenario della Grande Guerra, l’Associazione nazionale Alpini, infatti, ha puntato l’attenzione, nel pubblicare il tradizionale Calendario storico, agli eventi principali del periodo, accompagnando dunque lo scorrere dei mesi con appropriate informazioni e dati.
Questo “Calendario 2017” (Progetto e redazione: Luigi Bertino, con la collaborazione de “L’Alpino” e del Centro Studi del sodalizio) parte con il ricordo della conquista di una delle cime più alte e strategiche nel gruppo dell’Adamello: il Corno di Cavento (metri 3.406), quindi prosegue con l’Ortigara, l’infausta Caporetto, il Monte Grappa, che in linea con il Piave costituì la barriera dalla quale “non passa lo straniero”.
Fra le notizie che accompagnano lo svolgersi del tempo, quella dei “musei all’aperto”.
Si sottolinea, cioè, come da decenni l’Ana sia impegnata nel ripristino dei manufatti risalenti alla Grande Guerra, appunto, lungo tutta la linea del fronte. Un impegno che vede all’opera nel periodo estivo gruppi e sezioni per sistemare trincee, camminamenti e renderli fruibili da tutti, in modo particolare dagli studenti.
Non mancano accenni, note e fotografie relativi all’attività dell’Ana a livello culturale, scolastico e di solidarietà (Protezione Civile, Banco Alimentare), in modo che chi vuole trascorrere un anno con gli Alpini, parte da lontano, dagli eventi bellici di un secolo fa, appunto, per giungere ai giorni nostri, informato su quello che le Penne Nere in congedo compiono a vari livelli, in Italia e all’estero; sì, anche all’estero, perché gli Alpini che dopo aver prestato servizio militare in patria furono costretti a emigrare per trovare un lavoro, laddove si trovano costituiscono gruppi e sezioni.
C’è tutto il mondo delle Penne Nere, insomma, in questo calendario, per dirla col presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero, che nella presentazione, sottolinea: “Ancora una volta sfogliando queste pagine si scopre quello che possiamo definire la punta di un iceberg. Un iceberg che rappresenta il nostro mondo e il nostro modo di essere alpini anche nel terzo millennio. Memoria, solidarietà, impegno sono infatti gli assi portanti della nostra Associazione che si incrociano e si fondono sempre con gli stessi che caratterizzano le nostre Truppe Alpine”. Alla presentazione di Favero, si aggiunge il saluto del generale di Corpo d’Armata Federico Bonato, per il quale “il cappello Alpino continua ad essere un chiaro punto di riferimento e una certezza per chi si trova in una condizione di bisogno”.
Un calendario, infine, possiamo dire, che non è un semplice calendario, ma qualcosa di più: uno spaccato di storia di ieri e di oggi (anche con belle e significative immagini fotografiche, talune molto rare) all’insegna di un corpo militare (quello degli Alpini) e di un’associazione d’arma (l’Ana) che occupano un posto nel cuore di tanti italiani.